GMC 353
Materiali
Modello Italeri 271
Fotoincisioni Aber 35059
Motore Verlinden 524
Plastica e filo di rame in vari spessori
Accessori Italeri Esci
Il Modello
Il modello, una riedizione dell’originale risalente a 30 anni fa, si differenzia per la versione con cabina chiusa, ha subito una stagionatura in casa di 15 anni prima di esser messo in lavorazione, nel frattempo è uscito il modello Tamiya che ho avuto modo di esaminare a fondo e comparare con l’Italeri.
Dal primo esame le misure di entrabe i modelli delle parti principali, telaio, parafanghi, cofano motore e cassone sono identiche. La scomposizione del telaio Italeri è scomposto nelle sue varie componenti avendo così i longheroni di sezione “U” come nella realtà, Tamiya ha adottato la soluzione in un sol pezzo che evita così il rischio di avere il telaio storto a costo che i longheroni sono pieni di sezione quadrata. In entrambi i casi gli organi di trasmissione sono dello stesso tipo e mancanti dei bulloni di chiusura sulle scatole differenziali. Tamiya anche qui ha adottato la soluzione del pezzo unico con qualche piccola carenza e semplificazione nelle staffe di fissaggio/articolazione al telaio ponti posteriori. Al contrario di Italeri Tamiya fornisce il motore con un buon livello di dettaglio e ricco di particolari, come nel verricello anche qui più dettagliato.
Cofano motore e parafanghi sono praticamente identici tranne per piccole differenze negli spessori delle parti. L’interno cabina anche se di differenti versioni hanno in comune i comandi e qui si vede la differenza di età dove oltre alla mancanza di alcune leve nell’ Italeri il livello di dettaglio e finezza delle parti Tamiya è sicuramente superiore.
Le ruote Italeri risentono maggiormente l’età dello stampo: con i fori dei cerchioni sottodimensionati, il profilo arrotondato della parte centrale errato, i bulloni dei mozzi un po’ piccoli ed inoltre i copertoni un po’ squadrati. Tamiya da parte sua le ha riprodotte egregiamente in ogni parte mancano solo le valvole di gonfiaggio, inoltre fornisce in opzione due mozzi dei freni utili per la rappresentazione in diorama di manutenzione con ruote smontate.
Il cassone essendo rappresentato in versioni differenti non è confrontabile e manca in entrabe i modelli il vano attrezzi sotto la sponda posteriore, nota negativa in più i Italeri sono i ritiri della plastica in corrispondenza delle traverse inferiori.
A parer mio la miglior opzione si otterrebbe utilizzando telaio e organi meccanici Italeri con il restante Tamiya; ad eccezione della cabina e cassone qualora si volesse realizzare una versione con cassone metallico e cabina chiusa, quest’ ultima impreziosita interiormente con parti Tamiya. Il set Aber non ha bisogno di particolari commenti di buona qualità anche se alcuni pezzi sono sovradimensionati come: l’interno portiere e i montanti delle sponde; sicuramente non adatto a chi si cimenta per la prima volta con le fotoincisioni data la complessità di scomposizione delle parti, alcune estremamente piccoli e di difficile distacco e la non chiara ubicazione dei pezzi sulla lastra. L’ assemblaggio è un po’ intricato in alcune fasi con parti che dalle istruzioni dovrebbero essere mobili, scelta discutibile per un modello statico e per la fragilità dei componenti.
Costruzione
La costruzione procede seguendo le istruzioni Italeri ed Aber di pari passo per la sostituzione di alcune parti in plastica con le fotoincisioni, ho fatto ricorso il più possibile alla saldatura e chiaramente ho usato colla cianoacrilica quando di è trattato di fissarle alla plastica.
La saldatura nonostante richieda più tempo ed in alcuni casi anche una terza mano, ma avendone due come tutti i normodotati bisogna allora escogitare sempre qualcosa per tener fermi i pezzi, questa è la parte più difficile per il resto con un pò di pratica si ottengono ottimi risultati, garantisce più solidità e la facilità di rimozione qualora, e capita spesso, si debba riposizionare qualche pezzo saldato male. Per chi volesse cimentarsi con la saldatura consiglio di comprare una stazione saldante con temperatura regolabile elettronicamente, su e-bay se ne trovano di tutti i tipi e prezzi. Porto ad esempio la calandra motore: è composta di 13 parti che grazie alla dima fornita si riescono a piegare e posizionare in modo corretto, avevo timore si dissaldassero i pezzi saldati in precedenza saldando gli altri data la vicinanza tra loro ma sono riuscito senza problemi a terminarla. Altri particolari saldati degni di essere menzionati sono: il parabrezza, il supporto attrezzi e il paraurti anteriore con i porta taniche. taniche.
L’adattamento del motore Verlinden all’interno del suo vano non è stata una passeggiata anche perchè ho dovuto smembrare completamente la cabina per sostituire le parti laterali con le feritoie di raffreddamento con le fotoincisioni mancando cosi ogni riferimento quando ho dovuto riassemblare il tutto, grazie alle varie prove fatte a secco alla fine è andato tutto bene.
Varie migliorie sono state fatte qua e la come l’aggiunta dei bulloni sulle scatole differenziali e sullo sterzo, migliorato il verricello, sostituzione bulloni sui mozzi delle ruote, dettagliato con i particolari e cablaggi mancanti l’interno del vano motore ed aggiunto i cablaggi delle candele al motore. All’interno della cabina sono stati aggiunti i particolari mancanti oltre alle parti fotoincise e ricoperto con carta velina il sedile per rendere verosimile la trama della tela.
Il cassone ha richiesto la stuccatura per i ritiri della plastica in corrispondenza delle traverse inferiori, l’ho dettagliato con le parti fotoincise alla sponda posteriore e alle panche. Un piccolo trucco per sostituire le traversine fotoincise delle panche che tengono unite le 4 traverse in legno, ho inizialmente sostituito quelle interne e poi quelle esterne per mantenerle sempre distanziate alla giusta misura. Volendo aggiungere la scatola attrezzi posteriore sotto il cassone con lo sportello leggermente aperto, ho dovuto rifare interamente la traversa praticando i fori per l’alloggiamento dei fanali presi dal pezzo originale e dettagliati con cavi elettrici.
Colorazione
Dopo aver steso la mano di fondo e la pre ombreggiatura utilizzando del grigio e nero Humbrol, sono passato al colore usando il Tamiya XF62 Olive Drab come prevede Tamiya per il suo Gmc, a mio avviso non è del tutto azzeccato forse andrebbe meglio il XF58 Olive Green purtroppo è stato evidente solo a colorazione avanzata. Ho schiarito il colore con il Buff per spezzare la monotonia, al centro delle sponde e portiere e sul cielo della cabina, profilato i montanti delle sponde e i recessi con il verde scuro XF61. Dopo l’applicazione delle decal e colorato le stelle con l’uso di mascherine ho iniziato l’invecchiamento. mas
Ho proceduto con varie tonalità di colori ad olio applicati con uno stecchino e poi sfumati con un pennello piatto fondendo così i colori ottenendo varie cromie, ripetendo l’applicazione ove necessario fino ad ottenere l’effetto soddisfacente. Graffi scrostature sono state ottenuti con il verde scuro e grigio scuro sia acrilico che smalto dati con un pennello a punta fine al termine su alcuni punti più scuri o cercato di ottenere l’effetto del metallo ripassandoli con una mina morbida. Macchie di grasso e colature, accentuate nel vano motore, nel vericcello e sul serbatoio. Infine qualche colatura di ruggine. Per il pianale del cassone ho usato la tecnico della lacca dopo averla colorata inizialmente in XF56 Metallic Grey, così una volta rimosso il verde compare il mettallo che ha ha subito poi la stessa procedure di invecchiamento del resto del veicolo. La parte inferiore del mezzo ha ricevuto diversi passaggi con varie tonalità di pigmenti sciolti in acquaragia: dall’ocra al terra, e spruzzi vari di tonalità più scura per simulare il fango umido; come le ruote dove infine ho dato una passata di nero schiarito con il sabbia sul battistrada. Per rendere più operativo il GMC ho aggiunto il carico sul cassone con taniche, bidoni, assi ed attrezzi vari tutti di provenienza Italeri, dipinti a smalto ed invecchiati ad olio, grafite e pigmenti. Ho inserito anche un vecchia referenza Esci del rimorchietto Sd.Ah.51 con una ruota sgonfia per giustificare il fatto che non è al traino tagliando una parte del pneumatico ricostruito con Milliput. E’ stata stesa una base grigio Panzer su cui con il Maskol ho effettuato le mascherature per ricreare le scrostature nei punti di maggior usura del Giallo Sabbia applicato successivamente, l’invecchiamento successivo ha seguito la stessa tecnica del modello ed accessori.
Base
Su una base in legno ho realizzato in polistirolo tre livelli, quello centrale dove ho posizionato il modello e altri due per meglio bilanciare la scena. Ho rivestito il tutto con das testurizzando con un pennello la superfice ed incollando sabbiolina fine e qualche pietruzza, praticando le impronte dei pneumatici quando ancora umida la superfice. Sul livello più alto ho inserito un pezzo di muro diroccato in resina e costruito il ponticello con profilati in balsa, il muretto del ponte e stato realizzato in gesso colato in una stampo fatto con il Lego su cui ho inciso i blocchi di pietra. Ho usato varie tonalità di terra/ocra date ad aerografo per spezzare la monotonia, applicato lavaggi in marrone scuro poi vari passaggi a pennello asciutto in sabbia e kaki.
Il muro è stato dipinto a pennello con gli smalti, vari filtri e lavaggi hanno completato il tutto. Il ponte ha ricevuto: prima un lavaggio in seppia poi vari selettivi per singolo asse dal siena bruciata al verde ad olio. Il muro una base di grigio a smalto con lavaggi e filtri ad olio per le sfumature e colature.
Per la vegetazione ho usato dei licheni per simulare i cespugli, un prodotto da ferromodellismo della Faller e fogli di posidonia per l’erba, i ciuffi più grandi sono stati incollati in fori praticati appositamente mentre quella fine è stata incollata direttamente sulla base. Il tutto colorato in vari toni di verde scuro e brillate ad aerografo con acrilici Tamiya e Life Color, sono stati necessari vari passaggi prima di arrivare al risultato definitivo, qualche passata a pennello asciutto di giallo con qualche goccia di verde fina la giallo puro sulle punte per dare luce ai cespugli e ai ciuffi, per finire un lavaggio alla base dell’erba con terra di siena e qualche pigmento per simulare la polvere come sul terreno.
La vasca contente il ruscello, una volta dipinto il fondo e le pietre, è stata riempita con il prodotto specifico Prochima per l’acqua colato in piccoli strati, ai primi sono stati aggiunti dei pigmenti terrosi, per poi terminare con gli ultimi senza aggiungere nulla per dare profondità al ruscello.
Siti Internet
http://www.maquetland.com