LEOPARD 1A5
Materiali
Modello Revell 03115
Plastica e filo di rame di vari spessori
Decal Babe Store’s
Il Modello
Il Modello conta 123 parti, uscito qualche anno fa, è di ottima fattura anche se le ultime realizzazioni sono leggermente superiori. La scatola è composta da quattro stampate nella consueta plastica verde che si lavora bene e i pezzi combaciano perfettamente e il modello si monta facilmente anche grazie alle istruzioni, che sono un po’ aleatorie solo nel fissaggio delle protezioni aggiuntive distanziate della torretta, dove non è chiaro il loro esatto posiziona- mento non essendoci riferimenti. Come alternativa consente di montare due differenti tipi di parafanghi anteriori e griglie laterali del motore e la scatola di interconnessione con l’interno del carro di forma quadrata o rotonda posta sul retro dello scafo. Purtroppo le decal riproducono solo due esemplari tede- schi. Da rimarcare i cingoli, forniti in spezzoni di diversa lunghezza e di maglie singole, sono decisamente superiori di quelli in vinile del fratello maggiore in scala 1/35 della stessa casa; il cannone confrontandolo con le foto pare un po’ snello anche se ben particolareggiato c’è solo da forarne la canna. D’ altro canto c’è tutta la dotazione attrezzi stampata sullo scafo, soluzione che lascia molto a desiderare.
Costruzione
Come prima cosa si inizia dallo scafo, dove bisogna solamente stuccare i rulli del treno di rotolamento che hanno l’ anello in gomma seghettato che dalle foto non appaiono su nessun esemplare, se in qualche angolo lo stucco non riempie perfettamente le scanalature può simulare l’usura dell’ anello in gomma. Oltre a varie migliorie sono stati ridotti gli spessori di alcuni pezzi come i parafanghi e le protezioni laterali in gomma dello scafo, il lavoro maggiore è stato quello di rimuovere tutti gli attrezzi sui lati dello scafo e riprodurre tutti gli attacchi per questi ultimi e rifare due pale e una mazza dato che non tutti gli esemplari visti in foto hanno la dotazione al completo. Al riguardo c’è in commercio un set di fotoincisioni della Extratech che riproduce gli attrezzi ma non gli attacchi.
La torretta ha avuto due grossi e impegnativi lavori, altre all’ aggiunta dei soliti particolari come anelli agganci e la protezione degli iposcopi; la ricostruzione dei due cestelli porta oggetti del retro della torretta; e le migliorie alle protezioni aggiuntive della torretta. Per i cestelli ho utilizzato filo di rame e plastica usando quelli fomiti nella scatola come modelli per le dimensioni. Per le protezioni aggiuntive inizialmente ne è stato ridotto lo spessore con cartavetro lima e taglierino, i due pezzi laterali, come accennavo prima, non erano precise per quando riguardava sia la fattura che la dimensione dei perni fissaggio che mancanza di quelli del bordo inferiore; perciò ho rimosso tutti perni esistenti, li ho rifatti con tondini di plastica, filo di rame ed anellini sempre in plastica, più lunghi del necessario ed aggiungendo quelli mancati in corrispondenza dei bulloni esterni delle blindature, poi operazione non facile e molto lunga, ho eseguito dei fori sui lati esterni della torretta di diametro superiore dei perni facendo diverse prove a secco e ritocchi qua e la fino al posizionamento corretto delle due blindature. Tutto questo è stato possibile perché nella realtà i supporti hanno il diametro maggiore contro le pareti esterne della torretta, simulato dagli anellini, infilati nei perni prima del fissaggio ed una volta fissate le protezioni questi anellini sono stati fatti scivolare contro la torretta mascherando così i fori di maggiori dimensioni praticati sulla torretta. Forse con l’ausilio delle foto questo procedimento risulterà più chiaro, però lo sconsiglierei a chi non ha una buona esperienza perché il rischio è di rovinare irrimediabilmente la torretta.
Colorazione
Ho sgrassato il modello lavandolo con il detersivo per piatti, poi ho iniziato a dipingere il treno di rotolamento altrimenti difficilmente raggiungibile in un secondo momento, eseguendo prima una per ombreggiatura di tutti i recessi poi come base ho usato il verde opaco n°30 della Humbrol. Al completo essiccamento della base ho eseguito un lavaggio con ombra naturale ad olio e alcuni filtri con giallo cadmio e siena naturale, ultimo tocco con i gessetti con miscele di varie tonalità per simulare l’ impolveramento. La fase successiva è stata dipingere i cingoli con una base acrilica Tamiya xf 56 Metallic Grey, le maglie singole erano già state fissate alle ruote motrici mente incollate seguendo la curvatura quelle delle ruote di rinvio anteriori, permettendo così dipingere l’anello in gomma senza sbavature. Poi procedendo con alcuni lavaggi selettivi ad olio (terra di siena bruciata, ombra bruciata) sono stati messi in risalto i recessi, alcuni passaggi con polvere di gessetti hanno preceduto la sporcatura con una matita nei punti passaggio dei rulli e i denti delle ruote motrici ed in ultimo i tasselli in gomma con grigio panzer a smalto. I cingoli sono stati fissati al treno di rotolamento con delle piccole quantità di colla bicomponente depositate in mezzo ai rulli. Una volta fissate le protezioni laterali ho dipinto il resto del modello con le stesse modalità usate in precedenza, dopo aver protetto la parte appena terminata, usando delle tonalità più chiare inoltre sono state riprodotte delle macchie sbiadite del verde di base utilizzando gli oli flesh e giallo di napoli, oltre ad alcune colature. Per finire sono stati dipinti gli attrezzi e ripassati i punti di maggior usura con povere di grafite e con la punta di una matita. A modello terminato ho aggiunto poi successivamente alla fotografie qui presenti il visore del capocarro rialzato tipico della versione italiana.
Base
L’ambientazione è molto semplice su una base rialzata di 10 x 15 cm ho costruito una parte di un muro ricavato da un pezzo di compensato rivestito di stucco francese, ricreando alcune scrostature facenti intravedere i mattoni sottostanti, sulla sua sommità sono state incollate le tegole di protezione contro l’acqua piovana, come abbastanza frequentemente si può notare in alcuni muri di recinzione nelle campagne. Le tegole sono ricavate da un cartoncino, o meglio un biglietto dell’ autobus rigorosamente usato, su cui sono stati tracciati dei rettangoli di 2,5 x 5 mm che una volta tagliati sono stati piegati a mano sul retro di una punta da 1 mm, poi con la colla vinilica sono state fissate. Voglio far notare che nella realtà ci sono due file di tegole rivolte verso l’alto e altre due sopra di queste girate al contrario in totale c’è ne sono volute un centinaio per il muro lungo 8 cm.
Il resto della base è stato ricreato il terreno con un prodotto della Faller che ha il solo difetto di ritirarsi ad asciugatura avvenuta, una volta impastato basta stenderlo e sopra questo strato ho incollato della sabbia fine e qualche sassolino prima di imprimere le impronte lasciate dal carro.
La colorazione a pennello ha seguito le tecniche classiche, base a smalto, lavaggi filtri e colature ad olio, polvere di gessetti e la pennellata a secco con gli smalti adottata maggiormente sul terreno. L’erba sintetica per modellismo ferroviario, ha ricevuto prima qualche goccia di terra di siena diluita fatta cadere dal pennello e una impolverata con gessetti.
Siti internet
http://www.panzer-modell.de/
http://www.ferreamole.it/